Posso davvero sapere cosa succede sul mio sito?

Posso davvero sapere cosa succede sul mio sito?

Fino a qualche tempo fa la risposta sarebbe stata un “sì” retorico. Oggi, tra cambiamenti e riequilibri, il sì non è più così netto

Perché dovrei voler sapere cosa succede sul mio sito?

In effetti, prima di entrare nel merito di cosa sta cambiando, ha senso chiedersi: “perché dovrebbe interessarmi”?
Tracciare le azioni che gli utenti compiono sul mio sito significa raccogliere informazioni che “raccontano” chi sono quegli utenti, a cosa sono interessati, cosa stanno cercando attivamente online. Queste informazioni hanno un chiaro valore per molte aziende.
In particolare, per scegliere con criterio dove / come / quanto investire per promuovere la propria attività in modo proficuo.
Chi usa internet per fare business usa queste informazioni per scegliere a chi parlare, e in particolare per identificare chi è più probabile che sia interessato/a, ad esempio, a comprare i propri prodotti / servizi. L’uso di queste informazioni porta con sé una serie di domande etiche - giuste - riguardo il confine tra quello che, da utenti vogliamo che le aziende usino per proporci la loro merce e quello che invece avviene a nostra insaputa.
Ad esempio, abbiamo accennato al largo uso dei qr code in questo periodo.

Che informazioni utili può raccogliere un qr code per la tua azienda?

Molte, da usare in svariati modi.
L’esempio più semplice è valutare il rendimento di una campagna di comunicazione offline: hai fatto una campagna di volantinaggio? Hai usato della cartellonista o hai lasciato un gadget su cui hai applicato un qr code personalizzato?
In base al numero di persone che hanno visitato la pagina web collegata a quello specifico codice qr potrai valutare se l’investimento ha portato i risultati che ti aspettavi.
Ma ci sono tanti usi, anche molto creativi…

Uso QR Code di Spotify

Cosa sta cambiando e come questo potrebbe influenzare il marketing della mia azienda?

Con tutti i cambiamenti in atto, il rischio adesso è che, soprattutto chi continua ad utilizzare le “vecchie tecnologie” di tracciamento, non ha il quadro completo di quello che accade sul sito.
Quindi, le decisioni vengono prese decisioni basandosi su dati parziali, che possono non essere corrette se non perfettamente bilanciate e analizzate.

Da un lato c’è Apple, che è stata l’apripista per questo nuovo approccio e con gli ultimi aggiornamenti iOS porta avanti la scelta di rendere più blindata la privacy degli utenti.  

Dall’altro (tra i tanti) c’è Google, che ha creato lo strumento di analisi dati più popolare per chi gestisce siti o applicazioni e vuole capire cosa succede: Google Analytics.
Google da oltre un anno ha affiancato al Google Analytics classico uno strumento completamente nuovo: GA4, un'evoluzione che affianca e non sostituisce, e che fa i conti con le nuove regole sulla privacy e cambia completamente l’approccio all’analisi: analizziamo le azioni che gli utenti fanno una volta che sono arrivati sul nostro sito o app, e non quello che accade prima e al di fuori della nostra area di competenza.

Quindi, si prendono in considerazione i comportamenti degli utenti, da cui si ricavano dei modelli con cui aziende e consulenti potranno identificare i passaggi centrali con cui i potenziali clienti contattano un’azienda o comprano un prodotto, ad esempio.

In questo modo il nostro ruolo sarà più capire cosa gli utenti si aspettano per avere le informazioni gli interessano e i prodotti che stanno cercando, e meno su cosa fanno.

Vuoi avere indicazioni da chi nel marketing digitale lavora da anni e si tiene costantemente aggiornato su leggi e best practices?

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