Instagram e Facebook a pagamento: avanza l'ipotesi di Meta

Instagram e Facebook a pagamento: avanza l'ipotesi di Meta

L'indiscrezione del New York Times rivela la risposta del colosso Meta alle politiche dell'Ue e alle sentenze dei tribunali che limitano le pratiche di raccolta dei dati

Facebook ed Instagram potrebbero presto essere a pagamento e senza pubblicità. Secondo le indiscrezioni del New York Times, Meta starebbe valutando l’ipotesi di un introdurre un piano a pagamento per Facebook ed Instagram, in risposta alle politiche dell’Ue e alle sentenze dei tribunali in merito alla raccolta di dati e ai timori sollevati sulla privacy.

Il piano di abbonamento prevede per gli utenti che lo sottoscrivono la possibilità di avvalersi di un’alternativa, sottraendosi agli annunci pubblicitari e alla profilazione. Una mossa che potrebbe alleviare le preoccupazioni sulla privacy e contrastare successivi controlli da parte delle autorità europee. L’azienda Meta, comunque, continuerà a garantire il servizio gratuito di Facebook e Instagram in Unione Europea al quale si affiancherà la sempre più probabile alternativa dell’abbonamento. Per ora non si conoscono i tempi e né a quanto ammonteranno le versioni a pagamento e il loro successivo lancio.

Il risvolto del piano a pagamento per Facebook ed Instagram

In attività da quasi due decenni, Meta ha lavorato puntando sull’offerta di social network gratuiti per gli utenti e sulla vendita di pubblicità alle aziende intenzionate a raggiungere un determinato pubblico. Con la nuova ipotesi, l’azienda apporterebbe un cambiamento significativo al modello di business in Europa. La possibilità di avvalersi di un servizio a pagamento per le aziende significherebbe ripensare ai prodotti/servizi offerti adattandosi alle norme sulla privacy stabilite dalle politiche governative, in particolar modo in Europa.

L’apertura del colosso di Zuckerberg indirizzata alla possibilità di versioni a pagamento dei social Instagram e Facebook, spiegano fonti interne a Meta, potrebbe moderare i timori delle autorità europee se non addirittura agevolarne gli interessi in Ue dove non è ancora stata lanciata la nuova app Threads, proprio in virtù di ipotetiche controversie riscontrabili da parte dell’autorità di regolamentazione dell'Unione Europea.

Meta e regole Ue

Con l’entrata in vigore del regolamento generale sulla protezione dei dati nel 2018 Meta ha riscontrato non pochi problemi in termini di controversie giudiziarie che l’hanno vista più volte accusata di aver violato le regole sulla privacy dell’Unione europea. L’UE vigila costantemente sulla tutela dei dati e con la nuova legge chiamata Digital Services Act per arginare il flusso di contenuti illeciti online, gli utenti di Instagram e Tik Tok hanno potuto disattivare l'utilizzo dei dati personali per organizzare i loro feed sui social media. 

Con lo scopo di garantire ambienti online più sicuri, l’Ue attraverso il DSA mira ad un contenimento dei contenuti illegali, ad una maggiore trasparenza sul funzionamento degli algoritmi delle piattaforme e protezione della libertà di parola. In aggiunta, entro il prossimo anno entrerà in vigore un'altra legge dell'Unione Europea incentrata sulla tecnologia, il Digital Markets Act. Una legge che impatterà sulle piattaforme tecnologiche obbligandole a modificare alcune pratiche commerciali con lo scopo di incoraggiare la concorrenza.

La società madre di Facebook e Instagram, a seguito di diverse condanne per violazioni del G.D.P.R. sta, dunque, preparando una risposta alle politiche sulla privacy nell’UE. Non si conoscono i tempi ma è chiara la svolta alla base dell’introduzione di un piano premium e di come quest’azione inciderà anche sui suoi concorrenti nel dover adeguare i propri servizi per rispettare appunto le norme imposte dalle autorità europee.

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